Pethro entrò un pò traballante, ascoltando estasiato ciò che la figlia aveva per vasca.
"L'ho appena appena viziata" pensò ridacchiando, poi si perse un attimo nel guardare i giochi di luce sulla superficie, e le ninfee che placide ci galelggiavano sopra come se fosse una specie di paradiso in terra.
- Wow...- mormorò, poi notò Arianne che tentava di dilegaursi e l'afferrò per la mano, tirandola a se delicatamente.
- Ehi ehi dove scappi, piccola birichina- le mormorò tenendole ancora il braccio alzato e fissandola negli occhi.
Arianne poteva veramente passare per figlia sua, aveva deciso di prenderla con se perchè era una povera bambina abbandonata, in un angolo di una strada svenuta, bianca, la purezza nell'immondizia del mondo, insomma era stato un capriccio dettato sul momento, una frase poetica che diventava reale...
Non si era mai dovuto lamentare di lei, era fedelissima, lavorava come una dannata e non lo sgridava anche se la maggior parte del tempo oziava, spariva senza lasciar traccia e tornava con una caterba di problemi che lei doveva sistemare.
Infondo era una brava bambina, la ripagava comprandole caterbe di cose, però forse non era sufficente, insomma i beni materiali non soddisfano la fame interiore, lo sapeva benissimo pure lui.
Era come una pallida luna personale, una creaturina pura... ehm...
Nella mente di Pethro si riformò l'immagine di poche sere prima, e motivo principale per le loro litigate... non aveva nemmeno cercato lo Shinigami, si era fatto sua figlia ed era sparito.
- che pezzo di merda- sibilò, senza nemmeno accorgersene...
Fissò con durezza Arianne, non perchè c'è l'avesse con lei, ma perchè alla fin fine, quella creturina dai lunghi capelli bianchi e dalla pelle chiara quanto la sua, non era di certo sua figlia, era solo una creatura dall'aspetto pure e innocente.
Lasciò la presa sulla mano di lei, lasciando scorrere via la propria seguando quel pallido bracciano, fino alla spalla dell'elfa.
Lasciò scorrere via la mano lungo l'incavatura della sua schiena, fin quasi alla vita, e la attirò a se, fissandola ancora con quell osgaurdo un pò duro e calcolatorio.
Poi mosse l'atra mano, le alzò il mento come poco prima e la baciò, non un becetto della bua, ma un baci oapapssioanto, quasi violento, che non lasciava scampo.