Lo sapeva benissimo che Raul era un nome da nobilazzo, era sgrazito sia da scrivere sia da pronunciare, ma ormai aveva deciso che quelo strano nome sarebbe stato quello da usare quando era sotto copertura, in modo da non gridare al mondo che era Pethro Schatten.
Quel nome apparteneva al primo tizio a cui si era presentato innocentemente e che si era emsso a gridare.
Quel tizio inutile e chiassoso era morto pochi istanti dopo il primo strillo.
Il suo era un goffo metodo di sfuggire alle realtà e allora? Cosa avrebbe dovuto fare? Passare la nottata a pensare a come uscire da quella situzione, abbandonare la figlia a metà discorso per emttersi a pensare sulla cima della torre?.
"Se è ciò che vuoi, ti basta dirlo..."Aveva tanto da lamentarsi, ma alla fin fine nemmeno lei sapeva come sbroglairsi da quella situazione, no?.
E lo disse apertamente.
- Ti almenti tanto dei miei penosi tentativi, starò anche fuggendo, ma mia adora Arianne, io almeno sto tentando di condurci a qualcosa, e non sto qui a crogiolarmi nei miei dubbi, apatico come una ragazzina piangente- erano parole dure, ma infondo si era appena autoimposto di non considerarla sua figlia.
Ma alla fin fine che protestava a fare, quindi immobile come una statua di sale la lasciò continuare il suo discorso, si limito a sorridere per quel mezzo bacio che li concesse.
Alla fine aveva ceduto al suo gioco, bene.
- Beh scusate se siete una nobile, mia signora- le disse con fare beffardo saltando a sedere sul letto e incociando le gambe, alzando lo sguardo senza mettere a fuoco in realtà nulla.
- Beh ormai sono finito qua, ho fatto una cosa cattiva no?- si girò e si distese sul letto, socchiudendo gli occhi, portando le mani incrociate in posizione classica da morto nella bara, le labbra incraspate in un sorrisino, e i capelli perlacei sparsi disordinatamente sul letto, una parte di essi era scivoalta oltre il bordo ed era riversa per tarra.
- Allora, questo povero disgraziato che vi ha arrecato tanto disturbo, cosa deve aspettarsi come punizione?.