Il Negozio di Bambole

Mirelle

Il Negozio di Bambole era un piccolo negozietto dall'aria austera, era li da prima che tu nascessi e di sicuro ci sarebbe restato anche dopo la tua morte.
L'unica vetrina, col vetro un pò rovinato dal tempo, mostrava un piccola stanzina dalle pareti di colori vivaci interamentre presa da una gabbia.
In questa gabbia c'era una povera ragazza, che dormiva un pò accambellata.
Le orecchie che le ricadevano flosce sul viso, la codina tra le gambe la identificavano subito per una donna gatto e a giudicare dal gigantesco cartello con scritto 'offerta speciale' a caratteri cubitali, doveva già aver avuto diversi padroni.
Indossava un cortissimo vestitino in stile cinise scuro, e un pò strappato su un lato ed esa scalza.
Fingeva di dormire, osservando attenta tutte le persone che passavano davanti a quel negozietto un pò fuori mano e la indicavano, alcuni entravano pure nello stretto negozio, in cui c'era solo un bancone con cassa e il vecchio decrepito proprietario.
Ma tutti quelli che entravano venivano poi ricacciati.
Anche se era un venditore di bambole, aveva un suo onore e di certo non avrebbe lasciato le sue bestiole al primo idiota che passava.
Così Mirelle annoiata, aspettava che qualcuno la venisse a prendere.

Mirelle era li che sospirava amaramente, quando una specio di clown si fermò un attimo a guardarla.
Pensava fosse un pagliaccio visto il colore assurdo dei capelli e la pettinatura un pò strana e infatti dopo si mise li davanti a fare dei trucchetti col fuoco.
Mirelle decise che forse poteva anche mettersi a sedere, nonostante nessuno gliel'avesse ordinato, e si mise in ginocchio a fissarlo con un mezzo sorriso in volto.
Quando il proprietario notò che qualcosa aveva ttirato la sua attenzione, prima spiò la scena dal negozio e poi uscì in strada.
Era un vecchino coi pnataloni schellari, una maglia sporca di trucioli e le bretelle allentate.
- Ehi tu- sputacchiò verso Axel, poi gli fece cenno di entrare e sparì nuovamente dentro il negozio, mentre la povera Neka, fissava un pò perplessa tutta la scena.
"uhm..che succede? Ho sbaglaito qualcosa?" onde evitare una punizione abbassò le orecchie e si rimise giù come era prima.

Mirelle rimase un pò immobile, poi vide uscire il signor pagliaccio con il vecchio proprietario in collo, decisamente svenuto a morto e trasalì.
Come se non bastasse il vandalo liquefò pure le sue sbarre, dicendole che era libera.
"Ma scherziamo?" pensò lei torva, indietreggiando sui ginocchi fino al lato opposto della gabbia, schiaccandosi preoccupata contro le sbarre.
"Che vuole questo? Mi vuole usare in un circo, vuole tagliarmi affettarmi, bruciarmi viva!?".
Rimasse immobile senza proferire parola a fissarlo con gli occhi colmi di terrore.
Un animale abituato alla gabbia difficilmente uscirà verso l'ignoto.

Mirelle rimase immobile a fissarlo allontanarsi, poi abbassò lo sguardo sul vecchio che non si era ancora mosso.
Che fosse morto? Sarebbe stato un guaio.
Mirelle a gattoni uscì titubante dalla sua gabbia, e si avvicinò al vecchio, sentendo se aveva polso, cosa che aveva imparato dal pazzo alchimista.
Era vivo, intontino, con un pò d'asma ma vivo.
"Argh!" Mirelle schizzò inpiedi, se era vivo, quando si sarebbe svegliato l'avrebbe picciata di certo!.
La gabbia era rotta lui mezzo morto...
Si ricompose subito e con passo sveltò andò dal suo nuovo padrone, affiancandosi a lui e sistemandosi la corta gonna del vestito, senza ancora proferire parola e rossa in volto.

Mirelle lo fissò sbattendo gli occhioni, e quando le chiese della gonna abbassò la fissò, aveva ancora le manine sull'orlo un pò rovinato.
- Questa?- chiese alzandola e mostrando in diretta le mutandine bianche con un bell'orsetto rosa stampato davanti.
- Ci sono abituata- esclamò con ancora la gonna mezza su e sorridendo amorevole.
Poi avvampò e tirò giù la gonna ci colpo strillando -mi dispiace di aver parlato senza permesso, padrone- e abbozzò un inchino, mostrando però in mondo visione il dietro delle mutandine.

Mirielle fissò perplessa il suo novo padrone e prima di seguirlo abbassò lo sgaurdo guardandosi tra le gambe.
"Cosa ho sbagliato?" era preoccuapta era un padrone strano "forse gli orsacchiotti sono troppo infantili?".
Trotterellò da lui sorridendo tranquilla beata.
- Ok, padrone!- trillò mettendosi sull'attenti, cosa appresa da un precedente padrone.
Guardò il negozio e batte le manine -che bello una sfilata!.
Poi sbatte gli occhini dolci cerso di lui, perplessa, si guardò in giro con aria da spacciatore e mormorò -ma gli orsetti vanno bene vero?- adorava gli orsetti, ci teneva molto.

Mirelle lo fissò un attimo perplessa, continuava a non cpaire...
Entrò dietro di lui nel classico negozietto da strada di compere, un pò vuoto vista la giornata un pò uggiosa e l'ora un pò tarda.
Vagò per i vari dispenser, attaccapanni e affini fissando un pò intimorita l'unica comessa che c'era che la seguiva da vicino con sguardo critico e fissando ogni tanto di tralice il suo vecchio vestitino.
-è un pò vecchio...- mormorò intimorita schiacciandosi contro l'angolo del negozio, la commessa alzò un sopracciglio spugnoso e si voltò ingorandola e tornando a sistemare e scuotere tutto ciò che aveva toccato Mirelle.
La povera Neka mise il broncio e si mise a frugare tra le magliette nello scaffale accanto a se con sguardo assente.