La Risata di Petho si incrinò, come un disco rotto e le mormorò -la tua anima non è commestibile, tutto qua...
Poi alzò la testa passandosi una mano tra i capelli per portarli all'indietro, un pure gesto che stava a dire
"ma come sono bello".- Ovvio ovvio! Io sono bellissimo- mormorò con aria soddisfatta
-sono il più bello delle ombre, e dopo viene la mia bellissima figlia vero?.Di rimando le tirò le guanciotte facendole
-chi è la mia dolce bella bambina, chi?.Fu così che si accorse delle ferite dell'elfa e le fissò perplesso, si chiedeva chi glial'avesse fatte.
- E queste?- mormorò perplesso passandoci un dito sopra per curarla, ma non successe nulla.
Pethro fissò male un attimo quelle anomale ferite che osavano non eseguire il suo ordine di sparire.
Le guardò perplesse per qualche altro attimo e alla fine decise che visto che erano in un punto scomodo probabilmente a causa della parciale crosta la sua magia non funzionava, era comunque un anomalia ma almeno aveva trovato una scusa.
In breve doveva infonderci il suo potere direttamente.
Apperrò per il mento la figlia, attento a non ferirla e la fissò un attimo, trafiggendola con gli occhi gelidi, poi si chinò su di lei e la baciò, era un baci otutto sommato casto, senza lingua, e le ferite sfrigolando sparirono quasi subito.
Così Pethro si staccò dalla povera figlia fissando felice il successo della sua missione.